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Azadeh è iraniana ma ha solide radici occidentali: parte della sua famiglia vive in California, e lei ha intrapreso la carriera giornalistica negli Stati Uniti. Ciononostante il ricordo del suo Paese è incancellabile, e sebbene ami quel senso di libertà e indipendenza che si respira tra le strade dell’Occidente, non riesce a soffocare la forte nostalgia che la lega all’Iran. Alla vigilia dell'elezione di Mahmoud Ahmadinejad, il «Time» la invia come corrispondente nella capitale iraniana per raccontare il voto. L’arrivo a Teheran è sconvolgente. Azadeh subisce immediatamente l’impatto con uno stile di vita e una cultura che lei non conosce e non ricorda. Ma l’aria di casa non tarda a travolgerla con il suo carico di vecchi sapori, antiche abitudini che riprendono vita, visi familiari ritrovati dopo lungo tempo. Si rimette in contatto con l’amica Nasrine, giornalista anche lei, e comincia a respirare l’atmosfera locale. L’Iran si svela così ai suoi occhi di donna e giornalista: un incontro di tradizioni e di culture, nel quale convivono etnie diverse e orientamenti politici e religiosi opposti. Accanto ai fondamentalisti ora al potere fioriscono ceti medi dinamici e colti, e la vita sociale è percorsa da contraddizioni e infinite contaminazioni tra modernità e tradizione. È nel mezzo di questo mondo che Azadeh apre il suo cuore e frequentando parenti e amici incontra Arash, giovane e brillante ingegnere deciso a portare la tecnologia open source, democratica e aperta, nella sua patria. Bastano poche parole e l’amore li travolge. Ma anche Arash ha vissuto a lungo in Occidente, e i due fanno fatica a conformarsi alle consuetudini iraniane riguardo alla sessualità e alla vita di coppia. Pur non essendo sposati, decidono di andare a vivere insieme, e quando Azadeh rimane incinta, i due capiscono che non possono più sfidare la clemenza del regime. Frequentano quindi un corso prematrimoniale e si sposano. Azadeh dà alla luce Hourmazd e si dedica con tutte le sue forze al nuovo ruolo di madre ma presto si rende conto che crescere un figlio in Iran è quanto mai impossibile... |